Riapre dopo vent’anni la struttura romana sotto Palazzo Regis
Risale a qualche settimana fa l’annuncio della riapertura dei sotterranei di Palazzo Regis, noto ai più come sede del Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, da poco oggetto di una delle visite di Hedera Picta. L’edificio fu realizzato per volontà di Thomas Le Roy che giunse a Roma nel 1494 al seguito di Carlo VIII con l’incarico di far firmare a papa Alessandro VI un capitolato. Ottenuta la ” santa firma” fu investito del titolo cardinalizio e di una lauta ricompensa con la quale si fece costruire una signorile dimora a due passi da piazza Farnese, da cui, di riflesso, ma senza nessun legame, prese il nomignolo di “Piccola Farnesina ai Baullari” connotata anche dal nome della via su cui essa insisteva, legata alla presenza delle botteghe dei fabbricanti di bauli. A quel punto fece latinizzare il suo nome in Thomas Regis, per essere più familiare negli ambienti clericali. Si dice che il progetto legato alla sua costruzione fosse di Antonio da Sangallo, ma recenti studi tendono a riconoscere nel progettista il francese Jeanne de Chenevières. Nel 1928, moltissimi nel mentre i passaggi di proprietà, tra i quali segnalo quello a favore della famiglia Silvestri, il cui stemma, uno scorpione, si mostra sui soffitti dei saloni interni, diventò sede della collezione del marchese Giovanni Barracco donata dallo stesso al Comune di Roma nel 1902 e trasferita qui dalla sua sede originaria, distrutta nel 1938 per un allargamento di via Corso Vittorio Emanuele. La sede originaria, di fronte alla chiesa di San Giovanni de’ Fiorentini, era stata progettata da Gaetano Koch e presentava un sistema espositivo all’avanguardia per quegli anni, dopo la sua demolizione la collezione attese dieci anni prima di essere trasferita a Palazzo Regis. La struttura romana venne trovata durante gli sventramenti del finire del XIX secolo per l’apertura di Corso Vittorio Emanuele, realizzata nell’ambito dell’applicazione del piano regolatore di Alessandro Viviani del 1883.

Fu Enrico Guj agli inizi del ‘900 a provvedere alla sistemazione del palazzo e a salvaguardare gli scavi sottostanti. Le strutture sono pertinenti una ricca domus di IV secolo d.C. di cui si conserva il peristilio, ossia il cortile porticato con sei colonne antiche, quattro di marmo bianco e due di cipollino. Gli intercolumni sono chiusi da muri in opera listata, una murature dove ad un corso di tufelli si interfaccia uno o due corsi in laterizio, lo spazio che si crea all’interno è rivestito da un pavimento in opus sectile, tarsie marmoree di forma quadrata. Sulle pareti lacerti di affresco, ora distaccati e in parte musealizzati nei sotterranei, rappresentanti scene di caccia e di pesca. La situazione fin qui presentata fu successivamente modificata: tra i cambiamenti più evidenti l’inserimento di una vasca in cipollino nel cortile con conseguente rottura del pavimento e inserimento di uno scolo per l’acqua della vasca e, a seguire, modifiche nei frazionamenti interni con l’inserimento di una mensa ponderaria addossata al secondo tramezzo dell’ambulacro meridionale. Una mensa ponderaria era una misura campione che si utilizzava negli edifici pubblici di carattere commerciali per controllare l’esatto peso delle derrate cerealicole. Che cosa poteva essere la nostra bella struttura così articolata. Le recenti ipotesi la riconducono alla stabula factionum, ossia a strutture differenziate: stalle, quartieri degli aurighi, ambulatori veterinari e medici, uffici degli organizzatori, che facevano capo ai ludi circensi che si svolgevano nel Circo Massimo e che si rifacevano alle quattro squadre che vi gareggiavano. Va da sé l’importanza che tali manifestazioni riscontravano nell’antica Roma e gli interessi economici ad essi correlati. Innumerevoli i ritrovamenti in zona, anche sotto Palazzo Farnese e i collegamenti che mostrano tra di loro, un vero e proprio quartiere quello intorno a Campo de’ fiori deputato alle corse degli aurighi e ai loro colori: il rosso, russata, il bianco, albata, il blu, veneta, il verde, prasina.

Dal 6 gennaio al 20 febbraio sarà possibile prenotare allo 060608 per la visita gratuita nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Non è meravigliosa la nostra città?