Figure di spicco femminili che hanno scritto la storia del XX secolo (VII episodio)
Mancavano da qualche settimana gli appuntamenti con le figure femminili di spicco che hanno contribuito in maniera decisiva a scrivere la storia del XX secolo. Quest’oggi vorrei ricordare Ersilia Bronzini Majno, attivista nel movimento emancipazionista femminile.
Nata ad Oleggio nel 1859, era figlia di un modesto imprenditore; a causa del fallimento dell’azienda paterna fu costretta, assieme alla sorella Anna, ad interrompere gli studi permettendo così ai fratelli maggiori di continuare gli studi e di laurearsi uno in ingegneria e l’altro in giurisprudenza. Per colmare questa ingiustizia sociale all’interno della sua stessa famiglia, di cui, tuttavia, capiva e comprendeva la necessità, studiò in modo autonomo nel campo umanistico: storia, letteratura e filosofia non tralasciando le lingue. Nel 1883 sposò il giovane avvocato Luigi Majno, che diventerà consigliere comunale a Milano, dove nel frattempo si era trasferita, e deputato del Partito socialista dl 1900 al 1904. Gli ambienti milanesi favoriranno la sua vicinanza al mondo del sociale. L’essere madre di tre figli, Carlotta, Edoardo e Mariuccia, nati a poca distanza uno dall’altro, le fecero prendere coscienza di quanto fosse dura una gravidanza per una donna, anche se in salute, come lei, e benestante. Per questo prese parte alle attività della Guardia Ostetrica, un servizio nato da pochi anni a Milano, di volontarie, il cui scopo era assistere gratuitamente le donne meno abbienti che stessero affrontando una gravidanza dando loro sostegno e aiuto. In quest’occasione si rese conto di quanto fosse brava ad “organizzare” attività di questo tipo. Non si limitò ad allestire tra le sue amiche, ricche donne dell’upper class milanese, raccolte di fondi da destinare interamente a questo scopo, ma, grazie al ruolo politico del marito, riuscì a trovare anche fondi pubblici. A questo punto rivolse le sue attenzioni all’Associazione Generale di Mutuo Soccorso e di Istruzione delle Operaie, fondata, nel 1862, da Laura Mantegazza, inutile sottolineare come anche in questo nuovo impegno sociale si distinse per la innata capacità organizzativa e amministrativa. Fu tra le fondatrici dell’Unione Femminile, una sorta di federazione nata allo scopo di unire tutte le varie associazioni femminili e femministe al fine di concentrare le energie in un’unica e comune direzione: la difesa dei diritti delle donne. L’Asilo Mariuccia, in ricordo della figlia scomparsa improvvisamente nel 1901, che diresse dal 1901 al 1933, anno della sua stessa morte, è la sua eredità più dolce: un asilo il cui fine fosse togliere le figlie di nessuno dalla strada e dal mestiere di prostituta. A differenza delle altre istituzioni religiose che si muovevano nella stessa direzione si trattava di un’iniziativa laica e aconfessionale e con le caratteristiche del servizio pubblico: gratuità, azzeramento delle difficoltà burocratiche per accedervi, intenzionalità politica che risolvesse alla base il problema, fine educativo. Diresse e fondò anche una rivista; “Unione Femminile“, un periodico, uno dei primi, dove si parlava delle condizioni lavorative delle donne, dei loro diritti, dove si scrivevano recensioni di libri e di studi e si pubblicavano poesie. Autrice di molti degli articoli è la stessa Ersilia che offre alle sue lettrici una finestra di dialogo in merito all’emancipazione femminile anche negli altri paesi. Tra queste, merita di essere qui citata quella dal titolo Norme per regolare il lavoro delle donne. Dopo una disamina statistica su orari, salari e condizioni lavorative, aveva sostenuto la necessità di una legge che tutelasse il lavoro delle donne, formulando proposte precise e concrete. Il suo, sarà uno sguardo a tutto campo non solo sulle donne come oggetto di dominio e sfruttamento, ma anche e soprattutto come soggetto della propria liberazione. All’inizio del secolo si batte per la riforma del trattamento della delinquenza minorile e ottiene l’introduzione anche in Italia dei Tribunali dei minori e del “sistema di prova”.

Nel 1910 elabora un ampio studio sui caratteri della delinquenza delle minorenni e sui mezzi per prevenirla. Nel 1911 viene invitata e partecipa al Congresso de la ” Voce“, dove si parla di sessualità e dove si aprono dibattitti sul tema della prostituzione e delle condizioni dell’infanzia. Con lo scoppio della Grande Guerra è vicino alle famiglia i cui figli verranno chiamati alle armi. Non condividendo più le idee dell’Unione Femminile, se ne distacca negli anni’20 continuando da solo la propria lotta in difesa delle donne. Si riconcilierà con le sue “compagne” solo negli anni’30. Alla sua morte, avvenuta il 17 febbraio del 1933, viene organizzata una solenne commemorazione per ricordarla e tributarle un omaggio di onoranza e gratitudine.