Lady Margaret Anderson Greville

Figure femminili di spicco che hanno scritto la storia del XX secolo (XI episodio)

Su consiglio della mia amica Antonella, che di gioielli se ne intende, ho scelto come protagonista di questa nuova pagina dedicata alle donne Margaret Greville, la dama del bel mondo inglese amante del pettegolezzo e maga degli intrighi.

🤓Margaret nacque nel 1863 a Londra da una relazione clandestina tra suo padre, William McEwan, ricco imprenditore londinese proprietario di un birrificio a Edimburgo e successivamente eletto parlamentare proprio per il distretto di Edinburgh Central, ed Helen Anderson, una cuoca, moglie di William Anderson, dipendente della birreria McEwan. Per soffocare lo scandalo William prese la piccola Margaret sotto il proprio tetto fino al 1885, anno in cui i due amanti si sposarono. La giovane Maggie, così si faceva chiamare, sistemato lo stato di famiglia, iniziò, grazie ai soldi del paparino, la ricerca di un buon partito da sposare che le avrebbe permesso la scalata sociale tanto sognata. Nel 1891 conobbe e sposò il capitano Ronald Greville, da tutti conosciuto come Ronnie, figlio minore del barone Greville, che la introdusse negli ambienti reali grazie alla sua amicizia con l’allora principe del Galles, figlio della regina Vittoria, il futuro Edoardo VII. La loro ricca dimora, sembra, fu teatro di feste indimenticabili e di amori clandestini come quello che coinvolse Edoardo VII e Alice Keppel, la bisnonna di Camilla della cui figlia, Sonia, fu anche madrina. Nel 1908 Maggie rimase vedova, dopo due anni di lutto si rimise in gioco e iniziò a collezionare gioielli reali. Si è sempre favoleggiato sulla collezione che seppe mettere su negli anni: tra i pezzi più pregiati sarebbero inclusi alcuni dei gioielli appartenuti a Maria Antonietta, a Giuseppina Bonaparte e a Caterina La Grande. Fu una delle clienti più affezionate delle boutique di Boucheron e Cartier. La sua spregiudicatezza era nota e il fotografo Cecil Beaton la definì, in diverse occasioni, “un vecchio rospo arido mosso unicamente dal proprio interesse”. Si racconta che durante una cena presso la sua sontuosa dimora una delle ospiti perse una delle pietre preziose incastonate nel suo collier e che Margaret per facilitarne il ritrovamento si presentò con una lente di ingrandimento sottolineandone le ridotte dimensioni. Nonostante il suo caratteraccio investì molto nel pubblico e in opere di beneficenza, forse per risollevare la sua reputazione tanto che, nel 1922, a seguito delle innumerevoli attività benefiche, le vennero consegnate le insegne dell’Ordine dell’Impero britannico.

La regina madre con la Tiara Honeycomb

Ma ciò che rese e rende ancora oggi famosa la signora Margaret Greville è il lascito in gioielli, la sua collezione per l’appunto, noto come “Lascito Greville” a favore della regina madre nel 1942, anno della sua dipartita, passato nel 2002 alla figlia, la regina Elisabetta. Come se “The Queen” avesse bisogno di altri gioielli. I pezzi della collezione Greville, una sessantina circa di preziosi favolosi, hanno tuttavia segnato alcune delle uscite più importanti della famiglia reale diventando parte integrante della loro storia. I gioielli rimasero qualche anno sigillati nelle loro scatole, un po’ a causa della guerra in corso, un po’ per reticenza di Giorgio VI che non era del tutto convinto di voler accettare il prezioso lascito.

Uno dei monili più importanti fu senza dubbio la tiara Greville, un bandeau di diamanti, la cui geometrica trama ricorda il favo delle api, opera del gioielliere Boucheron che lo realizzò per Margaret nel 1921 e che successivamente venne modificato da Cartier con l’aggiunta di qualche diamante. Fu uno dei pezzi preferiti della regina madre che lo indossò in moltissime occasioni a partire dal 1945 tanto che si credette fosse stato fatto fare proprio per lei. Nel 2012 si è scoperto che faceva parte del “Lascito Greville”, notizia che ha alimentato ancora di più la leggenda sulla portata di questa collezione. Ancora più eccezionale fu vederla sul capo di Camilla in un banchetto del 2007. La tiara Honeycomb, questo il suo nome ufficiale, del valore stimato di 3 milioni di sterline, sarebbe passata insieme a tutto il contenuto della collezione ad Elisabetta nel 2002, ma lei non ha mai indossato la tiara che è diventata uno dei gioielli preferiti della duchessa di Cornovaglia. Si vocifera che il motivo sia il legame tra Camilla e Margaret: fu lei la madrina di Sonia Keppel, la nonna di Camilla. E non si sarebbe trattato dell’unico pezzo facente parte della collezione ad essere indossato dalla duchessa: al suo collo sarebbe stato notato un collier realizzato per Mrs Greville da Cartier, costituito da cinque file di diamanti incastonate in platino costellate di diamanti e il suo anello dii fidanzamento, entusiasticamente indossato nel 2005, ne farebbe parte. Elisabetta, invece, prese dalla collezione Greville solo un paio di orecchini a goccia e un paio di orecchini chandelier, una sontuosa collana di smeraldi che potrebbe essere appartenuta a Maria Antonietta, e una coppia di spille di diamanti a foglia d’edera, poteva mancare l’edera in questa storia?

La regina Elisabetta con le spille a forma di foglia d’edera.

Tra le giovani generazioni ad indossare i gioielli di Margaret con grande disinvoltura, la principessa Eugenie, la nipote di Elisabetta, che ha prediletto la tiara di diamanti e smeraldi commissionata a Boucheron nel 1919 e riapparsa sotto i riflettori dopo quasi un secolo. Insomma, forse i diamanti non saranno i migliori amici di tutte le donne ma per Margaret Greville sono stati sicuramente i fedeli compagni di una vita.

2 pensieri riguardo “Lady Margaret Anderson Greville

  1. Grazie Michela, come al solito ciò di cui scrivi è interessante e talora divertente. In questo caso, molto divertente! Che dire? Come non ammirare queste donne che (a cominciare dalla cuoca) hanno dominato, con i mezzi a loro disposizione all’epoca, in un mondo di uomini seducibili e sedotti? Grandi!

    Continua a sedurci anche tu con le tue “chicche”!

    Buona Pasqua!

    Silvia

    Inviato da iPhone

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    1. Mia cara Silvia,
      vedo che hai colto perfettamente il senso…erano donne d’altri tempi scaltre e intelligenti e soprattutto imprenditrici del proprio avvenire. Ti ringrazio per il commento e per la continuità con cui mi leggi, te ne sono davvero grata. A breve un nuovo ciclo di appuntamenti ai quali spero di vederti.
      Buona e serena Pasqua anche a te carissima!!!

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