Nuove scoperte dalla via Cassia
Dal 2020 sono in atto scavi sulla via Cassia al km 11,700 in zona La Giustiniana dove, su un pianoro a ridosso di un complesso residenziale e a poca distanza da un distributore di benzina, è stato ritrovato, nelle operazioni di archeologia preventiva previste dalla legge, un interessante sito pluristratificato con una cronologia che parte dal VII secolo a.C. per arrivare all’età tardoantica.
Un “concentrato di storia” per usare le parole della dott.ssa Piranomonte, responsabile scientifico dello scavo. I ritrovamenti partono da una tomba a camera etrusca di epoca orientalizzante, VII-VI sec. a.C., dal ricco corredo perfettamente conservato; sono stati ritrovati 60 vasi, buccheri e ceramiche depurate oltre che da fuoco, che verranno sottoposte a restauro e poi esposte. La tomba non mostra segni di violazione in antico e denota un’appartenenza ad un personaggio di classe sociale elevata. Interessante sottolineare come, all’epoca della sepoltura, che forse non era da sola su questo pianoro, i Romani non erano ancora arrivati a dominare questo lembo di territorio, in mano agli Etruschi che solo nel 396 a.C., con la caduta di Veio, entreranno a far parte di questa nuova realtà chiamata Roma.

Poco distante dalla sepoltura sono stati individuati i resti di una villa romana suburbana di età repubblicana con una pars dominica, signorile, e una pars rustica, produttiva, deducibile dalla presenza di piccoli vani adibiti alla torchiatura, forse delle vite o dell’ulivo. Una struttura autosufficiente, come tante evidenziate e documentate nelle miglia lungo assi viari importanti come la via Cassia, che assolvevano anche la funzione di stazione di servizio, mansio, per i viaggiatori o commercianti provenienti o diretti verso la dominante.

Poco distante 38 tombe a cappuccina, ossia coperte da un tetto a doppio spiovente che richiamava i tetti delle abitazioni, risalenti al III-IV secolo d.C. testimonianza di una continuità di vita inaspettata di questo anonimo lembo di terra che ha restituito una storia lunga circa dieci, se non addirittura undici, secoli. Ad ovest del complesso un discreto tratto di una via basolata, riconducibili all’antico tracciato della via Cassia. Dall’altro lato del tratto basolato resti di un impianto termale, forse pertinente la vila che doveva rappresentare una macro struttura in questo settore suburbano della città strategico per la sua posizione su quel pianoro di cui si è scritto in apertura di articolo. In foto la cisterna chiamata a rifornire l’impianto termale e sicuramente l’irrigazione del terreno adibito a parte produttiva della villa. Questa è Roma e questa è la sua ricchezza intrinseca.
La Soprintendenza Speciale di Roma ha avviato un processo di valorizzazione diretta ed indiretta sviluppata in collaborazione con i proprietari del sito. Il progetto sarà realizzato prima dell’estate e valorizzerà la via basolata, la tomba a camera e la cisterna di adduzione dell’impianto termale. Il sito sarà accessibile mediante passerelle che permetteranno la fruizione dall’alto dell’area e che saranno direttamente collegate con il distributore di benzina.