Da Nemi a Park Avenue: storia di un mosaico imperiale trasformato in tavolino da caffè.
A volte la realtà supera la fantasia e la cronaca è sempre fonte di ispirazione per questi sfiziosi articoletti. Il protagonista di questa storia è un bellissimo tassello di pavimento in opus sectile realizzato per una delle due gigantesche navi che l’imperatore Caligola si fece realizzare nella prima metà del I secolo d.C. e ritrovato a casa di una signora dell’upper class newyorkese. Del prezioso pezzo, in pregiato porfido rosso, marmo egiziano, e serpentino, marmo greco, magistralmente lavorato dalle maestranze al servizio dell’imperatore, si persero le tracce negli anni’50, quando il mercato antiquario era sommerso di richieste, soprattutto d’oltreoceano, per produzioni di manifattura romana specialmente di scultura. Il suo ritrovamento ha dell’incredibile.

🤓Tutto ha inizio nel 2013, quando Dario del Bufalo, specialista in scultura lapidea e noto studioso di marmi antichi, si trovava a New York per presentare il suo ultimo volume “Porphyry”. Alla presentazione del libro, organizzata nello Spazio Bulgari sulla Quinta Strada, erano presenti i più importanti collezionisti della Grande Mela. L’ironia vuole che nel testo in questione si parlasse di questo pezzo di opus sectile, noto da una foto in bianco e nero degli anni Venti dove viene immortalato insieme ad altri importanti manufatti recuperati dalle profondità del lago di Nemi. Nello sfogliare il volume e nel vedere la sua foto più voci esclamarono:” Guarda, il tavolino di Helen!!!”, incuriosito l’autore chiese spiegazioni e venne informato che, a casa della signora Helen Costantino Fioratti, a Park Avenue, avevano più volte sorseggiato il caffè proprio su quel pezzo di marmo colorato. Lo studioso segnala la stranezza e scattano le indagini dell’Arma dei Carabinieri, Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale. Il pezzo era stato acquistato dal marito della signora, di origini italiane, negli anni’60, quando abitavano a Roma, dalla famiglia Barberini grazie alla mediazione dell’agente segreto Rodolfo Silviero, lo 007 noto per il recupero di opere d’arte trafugate dai nazisti; la blasonata famiglia lo aveva comprato dall’antiquario San Giorgi, noto venditore di antichità della capitale, lo stesso che aveva fornito a Raniero Gnoli, il maestro di Dario del Bufalo, l’unica foto a colori del pezzo prima della sua dipartita, che lo studioso pubblicò sul suo volume e grazie alla quale si aprì il vaso di Pandora.

Si scoprì inoltre che molti dei reperti che arrivarono alle case d’aste e alle gallerie antiquarie provenivano da Nemi e dintorni e che furono condotti illecitamente dai nazisti. Le leggi riguardanti la tutela del patrimonio culturale non erano così severe come oggi e nessuno chiedeva. Una volta comprato se lo portarono nella Grande Mela e lo trasformarono in tavolino da caffè. La signora, costernata, ha restituito subito il pezzo, ci mancherebbe, ma ha sospirato ricordando quanti apprezzamenti quel colorato tavolino ha collezionato negli anni. Ci sono voluti anni, ma nel 2019, il manufatto è stato restituito e dal 2020 è tornato a Nemi, nel Museo delle Navi che ospita il relitto delle due imbarcazioni il cui recupero iniziò nel 1895 grazie ad Eliseo Borghi. Il pannello musivo, delle dimensioni di 120×120 cm, costituiva il rivestimento pavimentale del tempio che Caligola aveva fatto realizzare su una delle due imbarcazioni da parata, lunghe 70 m, che aveva immaginato per i suoi spettacoli lacustri. La ricchezza delle navi era inimmaginabile, alcuni dei decori sono oggi esposti al Museo Nazionale Romano nella sua sede di Palazzo Massimo. Le navi furino affondate dopo l’assassinio di Caligola e hanno riposato sul fondo del lago per secoli: nel 1460 Leon Battista Alberti tentò il recupero senza successo, dopo vari fallimenti e l’esperienza di Borghi, Mussolini, prosciugò il lago, deviandone il flusso, e recuperò i relitti, il mosaico, salvato in quel frangente, viene da subito dichiarato in mano a privati, per poi volatilizzarsi negli anni’50. Il 21 marzo scorso la cerimonia di inaugurazione alla presenza della direttrice del museo, Daniela De Angelis, del sindaco Alberto Bertucci, del Direttore Generale Massimo Osanna e delle autorità competenti. Caligola si sa, era assai eccentrico, chissà come avrebbe reagito davanti al suo pavimento trasformato in tavolino da caffè!!!