Sotto la foglia…

Viaggio nell’incantevole mondo dei fiori

Maggio è il mese delle rose, si sa, e come omaggio alla riapertura del Roseto di Roma, alle pendici del colle Aventino che anche quest’anno affascinerà migliaia di visitatori desiderosi di ammirare le più belle tra le belle, vorrei offrire un piccolo approfondimento legato al significato e al simbolismo delle rose nel mondo antico.

Più di ogni altro fiore la rosa è evocatrice di significati molteplici e spesso contrastanti tra di loro: se a cagione dei suoi variopinti colori e del suo inebriante profumo è da sempre considerato il fiore portatore di felicità e benessere, a cagione delle sue spine, capaci di ferire, e che costituiscono la sua naturale difesa, viene considerata idonea per causare mali e sofferenze.

Il Roseto di Roma, alle pendici del colle Aventino,

La forma circolare della sua corolla, è da sempre stata associata ad un’idea di completezza, non dimentichiamo che per gli antichi il cerchio era sinonimo di perfezione ed era fortemente legato alla ciclicità della vita stessa. Quale sinonimo di completezza essa rappresenta la profondità del mistero della vita, la grazia, la felicità, ma anche il desiderio e la passione strettamente vincolate alla seduzione. Quale simbolo di silenzio e riservatezza era riportata nelle sale consigliari per ricordare riserbo e discrezione e nei confessionali, sembra che il primo ad utilizzarla in tal senso fu papa Adriano VI accompagnandosi all’espressione sub rosa, ossia parole rivelate nella massima confidenza e riservatezza. Il suo bocciolo ben chiuso evoca la castità femminile mentre il fiore sbocciato rappresenta la bellezza femminile nella sua massima espressione sensuale; in tal senso è anche simbolo del divenire e in senso traslato indica il perpetuarsi della vita umana da quella terrena verso un’altra dimensione.

La sua polivalenza di significati va sicuramente connessa alla varietà cromatica di cui, grazie a Madre Natura, dispone, per cui ogni colore è portatore di un diverso livello di lettura: la rosa rossa denota desiderio, passione, gioia e bellezza; la rosa gialla è l’accusa di un amore che sta svanendo, gelosia e anche vergogna; la rosa rosa denota tenerezza. gratitudine, apprezzamento, ammirazione e comprensione; la rosa bianca è innocenza e castità, ma si lega anche al silenzio; la rosa arancione fascino; la rosa pesca la conclusione di un affare; la rosa corallo simboleggia la passione; la rosa muschiata denota un carattere capricciosa e si lega alla caducità della bellezza; gialla e arancione pensieri di passione; bianca e rosa amore eterno; bianca e rossa unione.

 🤓 Nel mondo antico la rosa era considerata la regina dei fiori e come tale legata a figure, spesso mitologiche o personaggi dall’alto lignaggio. Nell’estremo Oriente compare per la prima nelle cronache di viaggio del re dei Sumeri Sargon I, vissuto tra il 2684 e il 2630 a.C., il quale racconta che, di ritorno da Ur, fu colpito dalla bellezza di un fiore dai vividi colori e dal profumo inebriante. Nell’antico Egitto compare su affreschi e tessuti già dal V sec. a.C. e sembra che la regina Cleopatra amasse particolarmente le rose che presero il posto del fiore di loto nei rituali funerari e furono ben presto associate al centro segreto a cui si perviene attraverso il perfezionamento dell’anima. In Cina è menzionata nei testi di Confucio, il filosofo cinese che visse tra il VI e il V sec. a.C. Nella Grecia classica è legata all’amore tra Venere e il bellissimo Adone che, ferito da un cinghiale, viene soccorso dalla dea che, urtando alcuni rovi inavvertitamente si ferì e dal suo sangue nacquero fiori pluripetalati di rara grazia e delizia. Dal mito di Adone la rosa diventa il simbolo dell’amore che vince la morte, di grazia concessa dalla divinità e di rinascita. Nel mondo romano le rose sono legate al culto del dio Dioniso, il dio dell’ebbrezza e della sfrenatezza, che è anche il guardiano dell’oltremondo e che ha nella vite, rossa come il sangue che è sinonimo di vita, e nell’edera pianta ombrosa, evocatrice del mondo dei morti, le sue due facce correlate alla sensualità della rosa che le si connette. Nell’Asino d’oro di Apuleio, il protagonista Lucio, trasformato in asino, riacquisterà le sue umane sembianze dopo aver mangiato dei boccioli di rosa. A Maggio venivano celebrate i Rosalia, feste legate al culto dei morti, che avevano come protagonista la rosa, il fiore maggiormente depositato sulle tombe dei defunti per il suo profumo che avrebbe coperto il cattivo odore del naturale processo di decomposizione dei corpi. I suoi colori sarebbero stati facilmente percepiti dall’anima del defunto che si sarebbe sentito costantemente ricordato nella vita dei suoi cari. La simbologia cristiana associa la rosa all’Amore sacro che va dalla rosa candida di Dante alla Passione di Cristo rappresentata dalla rosa rossa divenuta di quel colore a causa del sangue versato dal figli odi Dio sulla croce per la remissione dei peccati. A partire dal XV secolo la vergine Maria avrà come fiore prediletto la rosa e nasceranno le immagini di Maria nel giardino delle rose, allusione al perfezionamento dell’anima nel corpo e al candore verginale. Ci sarebbe ancora tanto da raccontare, ma spero che l’intento sia stato raggiunto, ossia stimolare la vostra curiosità e spingervi a chiedervi sempre il perchè delle cose e con i versi del sommo vate rendiamo omaggio alla regina dei fiori : Paradiso XXXI, In forma dunque di candida rosa / mi si mostrava la milizia santa / che nel suo sangue Cristo fece sposa.

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