Ancora una volta l’offerta culturale della capitale non delude: due nuovi percorsi nel cuore del centro storico completamente gratuiti.
“Roma silenziosa bellezza”, è il titolo di una nuova installazione al Vittoriano curata da Roberto Koch e Alessandra Mauro promossa e organizzata dal Gruppo Webuild e dall’Istituto VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con il patrocinio del Comune di Roma, ospitata nella Sala Zanardelli del Vittoriano e aperta al pubblico dal 20 gennaio al 28 febbraio. Il tema è la bellezza mozzafiato di Roma innaturalmente deserta durante i mesi del lockdown. Il percorso guida lo spettatore in una Roma diversa da come siamo soliti percorrerla e viverla. Una Roma resa straordinariamente bella dal silenzio di quei giorni, in uno spazio normalmente assediato dal traffico e dal sovraffollamento, per restituire il volto vero e inossidabile alla città. Una proposta strutturata con video e proiezioni multimediali che permette di riscoprire il senso di un nuovo vivere, o con-vivere, facendo compiere un viaggio emotivo e intellettuale per meditare sul senso della comunità. In un discorso di continuità anche Palazzo Venezia, grazie ad un videomapping, ideato e realizzato da Webuild, è stato reso parte di questa esperimento con proiezioni che alternano foto e brevi giochi di luce e che saranno visibili ogni sera dalle 18.30 alle 23.30 fino al 28 febbraio.

La seconda proposta che si vuole presentare riguarda la celebrazione dei duecento anni dalla morte di Antonio Canova, in occasione dei quali l’Accademia Nazionale di San Luca dedica allo scultore una mostra dal titolo “Canova, l’ultimo principe” con la quale vuole sottolineare legame indissolubile che ebbe con l’Istituzione romana. Eletto accademico di merito nel 1800, acclamato principe nel 1810, nel 1814 ricevette il titolo di principe perpetuo per il suo straordinario ruolo. L’epoca in cui Canova visse fu densa di avvenimenti: dai rivolgimenti politici, la Rivoluzione prima, l’impero napoleonico e la Restaurazione, all’interno dei quali però egli seppe coniugare l’impegno istituzionale in difesa del patrimonio monumentale di Roma con la promozione delle arti contemporanee, ponendo l’Accademia di San Luca al centro delle molteplici attività artistiche, archeologiche e di riassetto urbano, in un intreccio di competenze finora inedito.
Le otto sezioni tematiche in cui si articola la mostra ripercorrono gli anni canoviani, dall’ingresso in Accademia nel 1800 alla morte nel 1822, descrivendo la compagine artistica e il contesto culturale nel quale lo scultore agì e testimoniano il profondo rinnovamento che seppe imprimere all’istituzione, riformandone la didattica artistica attraverso la creazione di nuovi concorsi per i giovani, attualizzando le pratiche legate al restauro e alla tutela del patrimonio monumentale antico e al riassetto urbano di Roma e promuovendo l’arte contemporanea. Claudio Strinati, uno dei curatori della mostra, sottolinea come l’intento sia di mettere bene in luce quanto Canova sia stato importante per l’Accademia e quanto il ruolo da lui svolto sia stato rilevantissimo per la storia delle Belle Arti nel mondo intero consacrando al massimo livello l’autorevolezza e lo spessore dell’Accademia stessa. Si vuole altresì mettere in risalto il lavoro dell’artista in qualità di promotore appassionato delle Belle Arti e insieme conservatore del patrimonio artistico antico e moderno, culminante nell’eroica impresa del recupero dei beni trafugati dalle armate napoleoniche, impresa che ebbe un successo di cui ancora oggi ringraziamo l’artista. Accanto al Canova, Bertel Thorvaldsen e il loro sincronizzato agire verso comuni strategie creative. Canova accademico di San Luca e imprescindibile punto di riferimento per la politica culturale, dalla creazione del nuovo alla tutela dell’antico senza una vera cesura o discontinuità tra l’uno e l’altro ambito di azione.